Rivista bimestrale di cultura e costume Registrazione presso il Tribunale di Roma nr. 170/2012 dell'11/06/2012

Soglie. Percorsi di lettura tra inizio e fine vita.

 

 

Soglie. Percorsi di lettura tra inizio e fine vita

 

Antonella Garofalo

Edizioni ETS

 

di Francesca Girardi

 

La vita è un continuo passaggio, è un costante oltrepassare una soglia, parola che è riportata nel  titolo del saggio scritto da Antonella Garofalo.

Soglia si veste di sinonimo e simbolo del limite, o meglio, dei limiti verso cui tutti tendiamo e ai quali arriviamo per strade diverse. L’autrice si fa accompagnare nella narrazione da compagni speciali come artisti e filosofi e attraverso le cui opere fornisce un arricchimento dei punti di vista riguardo alle fasi che interessano l’esistenza umana, dall’inizio sino al fine vita.

 

E così si incontra la soglia intesa quale  luogo intermedio che conduce da una parte a un’altra, è una sorta di passaggio. E l’immagine di Novecento, orfanello del capolavoro Il pianista sull’oceano, di Giuseppe Tornatore, è una delle voci narranti che si incontrano nelle prime pagine. Novecento è intento a guardare oltre la vetrata e sbircia. Cosa sbircia? … la vita ‘altra’ che si svolge nel salone della prima classe … e la custodisce per poi …ogni tanto, rivederla e ricordare fatti e persone…

Un toccante scatto fotografico appartenente all’11 settembre 2001 racchiude il valore della durezza di questa specifica soglia: […] con le torri gemelle è scomparso un mondo con i suoi abitanti[…] Sì, è una soglia anche questa: da una parte c’è un mondo noto, abitato, che dà sicurezza, al di là della soglia si incontra l’ignoto con i soli resti di un mondo che qualche attimo prima si conosceva e si abitava.

 

Poi c’è la soglia di casa, quella più nota e che oggi forse si fatica a trovare. E l’arte ha numerose testimonianze di quei confini domestici che diventano confini anche di emozioni, di relazioni, di gesti. Come la soglia dell’intimità mostrata nel dipinto di Samuel van Hoogstraten, dove le pantofole rimangono al di qua della soglia della camera da letto, di cui si intravede solo uno scorcio.

Antonella Garofalo magistralmente accompagna il lettore a riflettere anche sulla percezione dei sopravvissuti, ovvero di coloro che rimangono al di qua della soglia che invece qualcun altro ha varcato. E c’è il richiamo a momenti di storia toccanti, atroci, indelebili come le vittime e i sopravvissuti dei campi di concentramento, oppure persone rinchiuse in istituti manicomiali, dove hanno sì vissuto, ma la loro è stata un’esistenza parallela all’esistenza reale. E ancora viene in aiuto l’arte con una galleria dei quadri di Bansky, messaggeri di contraddizioni.

 

Una soglia è poi quella propria dell’adolescenza, quando si oltrepassa il limite dell’infanzia e si diviene, appunto, “adolescenti”. Che significato ha in tale contesto la soglia? Se ne trova una interpretazione in alcuni quadri di Francesco Hayez, con ritratti dedicati alle fanciulle, in diversi momenti di quotidianità. Perché anche l’adolescenza è un’altalena di emozioni, sensazioni, paure, è una delle tante soglie della vita.

E in questa varietà di passaggi, che si susseguono in un’armonia di contesti, fatti di contrasti esistenziali, si affronta la soglia più temuta, che ancora oggi è un tabu: è la soglia che segna il passaggio tra la vita e la morte, un limite che oggi viene narrato come invalicabile, e nel concreto non è tale. Toccante, molto vera e dall’eco di insegnamento e consiglio, è la narrazione dell’esperienza personale dell’autrice che dona ai lettori la testimonianza della dipartita di suo padre, e di come, nonostante la perdita di una persona cara rappresenti sempre un momento di forte commozione per l’ultimo saluto, non sia stato vissuto come un qualcosa da cui nascondersi o proteggersi. Tutt’altro, è stato un momento di naturale commozione, e l’aggettivo naturale ha tutta la sua potenza. Ci sono delle soglie che non possiamo nascondere, che non vanno celate perché appartengono all’esistenza, e sarebbe importante prepararsi ad esse.

Nelle pagine si fa presente la voce del lato opposto della temuta soglia, ovvero il lato in cui la morte ha … il ruolo di prodotto “eccellente” capace di conquistare indici di ascolto impensabiliimmortalare gli ultimi istanti di vita in diretta… Un paradosso sociale.

 

Nella narrazione di Soglie un significato e una vita propria acquisiscono anche gli aggetti delle persone, soprattutto per gli anziani i quali vedono in ogni “ninnolo” un riferimento, una sorta di bussola dell’esistenza. E c’è il richiamo al rispetto, al non lasciarsi cadere in giudizi che trasformano i piccoli oggetti in oggetti senza valore. E delicato, seppur presente, è l’appello a non perdere la dimensione della cura, perché se da una parte i progressi scientifici permettono un allungamento della vita e un migliore salute, dall’altro: […] hanno trasformato l’invecchiare e il morire in esperienze mediche, in situazioni che devono essere gestite solo da personale medico[…] Ci ritroviamo con istituti che proseguono ogni tipo di obiettivo sociale, tranne quello che importa a chi ci risiede: come condurre una vita che valga la pena vivere quando siamo deboli e vulnerabili e non ce la caviamo più da soli[…]

Ecco questa a mio avviso è un’altra importante soglia di riflessione che queste pagine sanno donare, tra un misto di pragmatismo, di analisi e di umanità.