Rivista bimestrale di cultura e costume Registrazione presso il Tribunale di Roma nr. 170/2012 dell'11/06/2012

Libri da vivere

   di Francesca Girardi

 Breve incursione nel rapporto che ci lega alla lettura. Una relazione unica, intensa, a volte perfino salvifica.

 Tutti noi, in casa, ne abbiamo qualche esemplare di dimensioni piccole, grandi, di età recente o datato. E ancora, ne abbiamo di presi in prestito oppure ricevuti per regalo, alcuni vissuti, altri un po’ meno e altri ancora odorano di vecchio.

A loro non serve il nostro sguardo, se ne stanno lì immobili, ci aspettano con fedeltà e pazienza. Sono inconsapevoli, o forse no, del prezioso tesoro che custodiscono. Profumano, possono avere un aroma dolce e fresco. Tutti, comunque, sono pronti a lasciarsi accarezzare, a far scorrere il loro messaggio dalle le nostre dita ai nostri occhi affinché possiamo apprendere e ampliare il nostro pensiero.

Possiamo essere appassionati di loro, possiamo provare curiosità per il loro modo di presentarsi oppure possiamo anche esser indifferenti, una cosa è certa: non ci abbandonano e, che ci piacciano o no, circondano la quotidianità, i luoghi e le nostre relazioni.

I libri fanno parte di noi. Ci permettono di vivere un’esperienza unica, la lettura, che seppur possa divenire ri-lettura, apre sempre a nuovi orizzonti.

Sì, perché quando leggiamo possiamo essere consapevoli o meno del motivo che ci ha spinto ad aprire le pagine, a richiuderle e se le incontrano per brevi istanti, sanno che verranno riaperte. La lettura chiede sia accettazione, di non esser pronti a proseguire nella narrazione, sia inconsapevolezza, che ci porta a sospirare, guardare un libro tra tanti e sceglierlo perché in quell’istante ci richiama.

Un testo vive nella lettura, è paziente, le sue parole sanno stare assopite per molto tempo, anche anni, finché qualcuno non si accorgerà di loro, le sceglierà e darà una nuova vita. Sempre più spesso capita di ascoltare consigli di libri da leggere, ce ne sono a migliaia, ma in quasi tutti coloro che li propongono, e questa è la bellezza, traspira pathos, passione e coinvolgimento.

La lettura salva dal panorama che oggigiorno assomiglia allo sfondo di un videogame riuscito male, dove i colori sono disarmonici, le sagome imperfette, il tutto appare sgranato. Attraverso i libri possiamo dare nuova forma armonica al tutto. Sono ancore di salvezza, dapprima chimere del deserto sociale nel quale a volte capitiamo, e poi realtà che ci accompagnano alla palma e alla fonte che ci darà freschezza e ci permetterà di proseguire.

Se torniamo indietro nella storia, troviamo che i libri sono stati una sorta di risposta alle armi; nel 1942 prese vita la Victory Book Compaign, ovvero una campagna di donazione di libri che, tramite volontari, ha permesso di raccogliere ca. 10 milioni di libri destinati ai giovani impegnati al fronte affinché fossero di conforto. Un oggetto così semplice, che spesso ancora oggi diamo per scontato, ha avuto il ruolo di tenere compagnia, di regalare serenità anche in mezzo a realtà cruente e difficili.

La lettura è una relazione, con le parole, con l’autore e con chi sta attorno a noi perché in chi scrive, come dice Vladimir Nabokov (…) gli elementi che compongono il mondo possono senz’altro essere reali (per quanto è possibile definire la realtà) ma non formano un tutto univoco: sono caos, e quel caos lo scrittore lo mette in moto, permettendo così al mondo di accendersi con un guizzo e di fondersi, ricombinandosi poi non solo nelle parti visibili e superficiali, ma negli stessi atomi (…).

  1.  Cfr. Vladimir Nabokov, Lezioni di letteratura, Biblioteca Adelphi, 1980, Milano, p.39