Rivista bimestrale di cultura e costume Registrazione presso il Tribunale di Roma nr. 170/2012 dell'11/06/2012

I ritornelli dell’Occidente

di Aurora Semente

In principio fu “C’è un aggressore, c’è un aggredito”. Una litania che dal febbraio 2022 ha invaso giornali e televisioni propinandoci la religione made in Usa, ovvero la guerra per procura con cui l’Europa sta uccidendo sé stessa.

Il pensiero complesso piano piano è stato inghiottito dalla banalità del male, quella della superficialità  e della cancellazione della realtà attraverso la manipolazione. Mandanti: gli Stati Uniti. Esecutori: i governi europei. I complici: i giornalisti ridotti a una ignobile propaganda.

Con l’accetta del “C’è un aggressore, c’è un aggredito” sono state fatte saltare per aria le teste pensanti, quelle che ben sapevano che l’invasione russa era la conseguenza di politiche Nato studiate a tavolino, per un decennio, per fa cadere in trappola la “Grande Madre” e avere finalmente quella scusa mancante.

Una politica muscolare, da bullo di periferia dotato però, purtroppo  di una strategia ben precisa. Quella dell’attacco alla Russia, per vederne finalmente il crollo.

Già, ma come mai allora nessuno si preoccupava della questione palestinese? Anche lì c’è un aggressore, Israele, e un aggredito, la Palestina. Da decenni.

Chiedevo ad amici e colleghi come mai nessuno parlasse di questo doppio peso. Come mai l’aggressore restava in questo caso impunito. Nessuna gogna, nessuna sanzione.

Già, perché i palestinesi sono sempre stati  i randagi del mondo. Gli invisibili, i figli di un Dio minore.

Finché il 7 ottobre del 2023 non ha fatto esplodere il dramma irrisolto di una terra occupata in modo illegittimo.

Ma ecco che il ritornello è cambiato.

“Condanni il 7 ottobre?” belavano, e ancora belano, anche se in misura più deboli, i giornalisti scagliandosi contro chi tentava di far capire che prima del 7 ottobre ci sono stati giorni, settimane, mesi, anni di brutali ingiustizie e crimini contro l’umanità.

Sono le litanie del tempo spartiacque, quello che come Mosè vorrebbe dividere in due le acque in cui scorre la Storia, tentando di solcarne solo una parte, tentando di gettare via il bambino con il resto dell’acqua, considerata sporca. Questo è il tempo della memoria occultata, delle radici tradite, degli effetti senza più una causa.

Dovremmo stare attenti, molto attenti. Non viviamo solo in un mondo rovesciato.

Viviamo in un mondo cattivo che sta perdendo la sua  umanità.

“Il sonno della ragione  genera mostri” e questi mostri finiranno per cibarsi di noi. Di tutti noi.